Due sono gli aspetti interessanti del Museo Martí Vicenç. Da una parte, il palazzo ove ha sede, Can Sionet e, dall'altra, l'uomo poliedrico, ne è la riprova la sua attività di tessitore, cui il medesimo è dedicato. Martí Vicenç Alemany nacque a Pollença nel 1926. Nipote e figlio di tessitori ne seguì le orme tant'è che sin da bambino iniziò a tessere, assieme al fratello Rafel, dei grembiuli in lino denominati canyons per poi sperimentare con la roba de llengües, un tessuto caratteristico di Maiorca in cui il bianco, il blu, il verde e il rosso si combinano sotto forma di lingua. Verso il 1945, la ripresa dell'industria di Pollença che segnava così la fine della recessione protrattasi per anni, gli consentì di creare l'azienda tessile Galeries Vicenç. Mise a punto una ricca collezione di tessuti prendendo spunto da idee innovatrici ma rimanendo comunque sempre fedele allo spirito della tela llengües. Parte di questa produzione artigianale è esposta presso il Museu Martí Vicenç, con sede a Can Sionet, palazzo del sec. XVII, appartenuto in passato a un complesso monastico dalla particolare ubicazione dato che sorge all'inizio del Calvari, un'erta salita di 365 scalini. Tutti i vani della casa-museo sono aperti al pubblico. Si inizia dalla sala del telaio, ove sono esposti gli strumenti più comuni utilizzati nella produzione tessile manuale, e al cui centro troneggia un antico telaio con ordito montato e la spola pronta all'uso. Vasta collezione della tela di llengües Altri pezzi interessanti sono l'attrezzatura utilizzata per estrarre la fibra della canapa e le filosas, con cui si filava la lana di pecora. Tra le numerose tele di llengües dell'artista, fa spicco quella premiata nel 1980 in occasione della Muestra Internacional de Artesanía de Vanguardia (Fiera internazionale di artigianato di avanguardia) di Barcellona. In cucina sono esposti i numerosi oggetti collezionati da Martí Vicenç e dalla moglie, Antonia Capllonch, nell'arco della loro vita, fino alla scomparsa avvenuta nel 1995: piatti, pentole, una madia, mortaio, brocche e un'infinità di elementi di provenienza varia. Il resto del museo s'incentra sull'attività di pittore e di scultore dell'artista. I dipinti, eseguiti con una tecnica mista, sono un caleidoscopio di fili, lana e ritagli di tessuti mentre le sculture, in legno, rievocano i macchinari.
Collezione permanente di Joan Miró e mostra temporanea di altri artisti. Prevede una visita del laboratorio in cui l'artista lavorò negli ultimi anni della sua vita.
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